CAI Alatri - Via dei Manni, 10 - 03011 Alatri (FR)

Le Tracce e i Percorsi

La sempre maggiore frequentazione della montagna registrata in questi ultimi anni, se da un lato si accompagna principalmente ad una maggiore presa di coscienza dei valori ad essa legati, dall’altro è stata di certo facilitata anche dalla diffusione di mezzi e conoscenze più efficienti, che permettono ad un escursionista informato di affrontare un percorso con un controllo maggiore delle variabili che ne possono decretare il successo, inteso come sua effettuazione e completamento in tutta sicurezza.
In questo quadro, la capacità di mantenere in ogni istante la conoscenza della propria posizione e direzione di marcia sono condizioni irrinunciabili per qualsiasi escursionista; gli strumenti che tradizionalmente ci accompagnano in ogni uscita sono allora la carta topografica, la bussola e l’altimetro.
In questi ultimi anni, si è visto però affacciarsi a disposizione del grande pubblico anche tutta una serie di strumenti hardware e software che sono andati ad aggiungersi (ma non a sostituire sia chiaro) a quelli tradizionali: parliamo qui del Global Positioning System (GPS) e del suo uso in ambiante montano. La grande diffusione di questa tecnologia, infatti, permette oggi di avere un valido aiuto durante le nostre escursioni ad un prezzo contenuto usando palmari, pc, netbook e, se dotati di sufficiente memoria, anche telefoni cellulari, fino ad arrivare a veri e propri prodotti appositamente dedicati.
In questa mia breve disamina non potrò essere certamente esaustivo; il mio principale intento è invece cercare di illustrare alcuni di questi strumenti sottolineandone l’aspetto puramente pratico al fine di metterli a disposizione dell’escursionista serio ed impegnato che effettua con responsabilità un’uscita in ambiente montano. Prima di procedere però, facciamo una breve introduzione a concetti fondamentali.

Come utilizzare il GPS, MAP DATUM, WAYPOINT, Rotte e Tracce

Che cosa si intende per GPS? Similmente all’uso della bussola, esso descrive una tecnica di triangolazione, cioè a partire da almeno due punti noti e visibili viene calcolato l’azimut (angolo compreso tra direzione di riferimento e quella di marcia) con la sola differenza che, rispetto dall’uso di una mappa topografica, in questo caso i punti di riferimento sono dei satelliti geostazionari posti a circa 20.000 Km di distanza dalla Terra. Per far sì che questo calcolo venga effettuato in maniera affidabile occorre che i satelliti rilevati siano almeno quattro, di cui uno svolge la funzione di elemento di controllo (in questo caso allora verrà sacrificata la precisione nel determinare la quota altimetrica). A questo proposito occorre comunque ricordare che la posizione indicata da un GPS per uso civile non è mai accurata al 100% neppure nel migliore dei casi, ma si traduce con un errore di circa 5-10 metri sull’asse orizzontale e di circa 20 metri su quello per la quota, valori comunque tollerabili ai nostri fini.
Altro limite del GPS è legato al territorio; dentro gole, fitti boschi etc. è improbabile che rilevi la nostra posizione in maniera accurata, anche se molto può essere legato anche alla buona fattura del ricevitore.

GPS

L’utilizzo del GPS in montagna puo’ creare una divisione tra “puristi”, che si affidano solo a risorse naturali e tradizionali, e “avanguardisti” che affidano alla tecnologia parte della loro sicurezza. Non e’ questa la sede opportuna per discutere di questa divergenza di opinioni, per cui non mi dilunghero’ per cercare di avvicinare le due “fazioni”. L’utilizzo del GPS in montagna e’ una sorta di assicurazione che in caso di bisogno puo’ fornire all’escursionista o all’alpinista un aiuto che, in certe situazioni, si puo’ anche rivelare fondamentale. D’altra parte, affidarsi completamente allo strumento e’ un atteggiamento sbagliato e assolutamente da evitare. Per l’escursionista lo strumento primario che non deve mancare nell’equipaggiamento e’ la cartina topografica della zona in cui si sta compiendo un’attivita’. Dalla carta topografica si possono avere informazioni piu’ dettagliate che con il semplice uso del GPS ed inoltre solo sapendo leggere correttamente una carta si potra’ utilizzare a pieno le potenzialita’ del GPS. Un esempio pratico e’ abbastanza semplice da presentare: in caso di difficolta’ di orientamento (nebbia, buio o neve) il GPS e’ ottimo per indicare la posizione della meta e la direzione teorica da prendere per raggiungerla. Quello che il GPS non dice e’ il tipo di terreno che si incontra nel seguire quell’ipotetica direzione. Questa informazione di primaria importanza ce la fornisce invece la carta topografica. Solo l’uso combinato di entrambe gli strumenti puo’ dare degli ottimi risultati.

MAP DATUM

Per MAP DATUM si intende invece il modello matematico con cui è stata elaborata la rappresentazione della Terra e da cui si ricavano le coordinate; ne esistono molti e possono portare anche a differenze di centinaia di metri tra loro. Il nostro GPS andrà settato su quello usato nella nostra mappa di riferimento. Il valore che troviamo preimpostato è di solito il WGS84, ma in Italia e in particolare nella cartina dei Sibillini (edizioni SER, 2002) il MAP DATUM usato è EUROPA 1950, mentre il formato per le coordinate è UTM/UPS. Con questo modello l’Italia viene ad essere divisa in quattro zone di cui la 33T è quella di nostro interesse.
Occorre avere ben chiare queste informazioni perché saranno indispensabili per la corretta calibrazione delle mappe, come vedremo in seguito.

WAYPOINT

I WAYPOINT (WPT) invece sono dei punti di riferimento ben identificabili sul terreno e nel caso di un ricevitore GPS sono espressi tramite le loro coordinate; essi servono per tracciare la ROTTA, cioè una linea che indica la direzione da prendere e che collega tra loro tutti i WPT. Quanto più è difficoltoso il percorso da fare, tanto più dovranno essere numerosi i WPT.

TRACCIA

La TRACCIA, infine, è l’insieme di punti che compongono il nostro percorso, vale a dire l’esatta indicazione del tragitto fatto.
Volendo fare un esempio riduttivo, proviamo ad immaginarci mentre da un punto A cerchiamo di andare ad uno B; mentre la rotta ci indica la direzione più breve per raggiungere B come se fossimo sulla superficie di un lago, la traccia è invece un po’ come il seguire sulla neve fresca le orme di qualcuno che è passato prima di noi. Ne consegue, quindi, che avere a propria disposizione il tracciato GPS registrato da qualcuno che ha fatto il tragitto prima di noi vuol dire sapere esattamente dove costui è passato, e se magari ha incontrato degli ostacoli da aggirare. La condivisione dei propri tracciati è quindi uno dei vantaggi di questo strumento ed un utile materiale di scambio tra appassionati frequentatori della montagna.
Per fornire informazioni sempre più dettagliate sulla nostra posizione un dispositivo GPS deve integrare però anche una cartografia digitale accurata e, purtroppo, uno dei limiti di quella a nostra disposizione è quello di non indicare sempre i sentieri presenti in un dato ambiente montano. Un esempio lo abbiamo con la nota casa produttrice di navigatori Garmin: la mappa topografica per l’Italia, chiamata Land Navigator® Italia copre tutta la nostra penisola ma non riporta, ad esempio, i sentieri disponibili per raggiungere il monte Vettore; la sola eccezione è in questo caso un altro prodotto chiamato TREKmap ® Italia, che indica sul display del proprio Garmin i sentieri, l’idrografia, i rifugi, e tante altre informazioni di estrema importanza per un escursionista, ma essa è limitata al solo comprensorio del Garda e di buona parte delle Dolomiti.
Anche le stesse carte IGM, di proprietà dell’Istituto Geografico Militare ma a libera disposizione del pubblico, non riportano tali informazioni essendo carte topografiche e non escursionistiche.
Come coniugare allora la completezza di informazioni fornita dalla mappa escursionistica di uno specifico territorio come quello dei Monti Sibillini con la precisione del calcolo della nostra posizione e direzione fornita da un ricevitore GPS?
Come vedremo, le soluzioni qui proposte sono diverse e trovano massima espressione nella loro interazione ma per ognuna di esse il nostro pc assumerà sempre il ruolo di principale strumento di pianificazione e calcolo.

GARMIN

I prodotti della Garmin (www.garmin.it) sono forse tra quelli più conosciuti ed apprezzati, anche da un pubblico professionale. La principale differenza rispetto alle soluzioni finora illustrate sta nel fatto che qui si parla soprattutto di veri e propri dispositivi pensati per l’attività outdoor, e quindi contraddistinti da precise caratteristiche che, se da un lato ne aumentano l’affidabilità, dall’altro ne aumentano anche il prezzo.
Senza scendere troppo nel dettaglio (chi è interessato all’acquisto potrà approfondire comodamente sul sito del produttore), anche qui abbiamo una componente software da installare sul pc e usare per progettare e rivedere il nostro percorso. Questa utility, chiamata Mapsource (versioni sia per Windows che per Mac) è scaricabile gratuitamente dal sito ma è del tutto priva di cartografia; come già accennato all’inizio di questo articolo infatti, le mappe destinate ad un uso escursionistico sono chiamate Land Navigator® Italia e TREKmap ® Italia e sono acquistabili a parte.
Nella scelta dei dispositivi invece l’offerta è molto ampia; tutti hanno per lo più caratteristiche di affidabilità per un uso esterno (impermeabilità e resistenza agli urti) ma si parte da prodotti come ad esempio il GPS60
(figura a sinistra) sui quali non è possibile caricare mappe ma gestire solamente rotte e tracce, per passare da quelli cartografici con schermo a colori e bussola GPS (bisogna essere in movimento per ottenere indicazioni precise), fino ad arrivare al GPSmap60CSX, dotati di bussola ed altimetro elettronici ed adatti anche ad attività diverse come l’aviazione ultraleggera (figura a destra).
Tra le numerose funzioni offerte da questi dispositivi cito in particolare quella chiamata “tracback”, cioè data una traccia è possibile chiedere al dispositivo tutte le indicazioni necessarie per ripercorrerla fino ad un qualsiasi punto da noi scelto.
Notare infine che è possibile usare questi dispositivi anche per la normale navigazione su quattro ruote (caricandone le relative mappe), anche se l’assenza di indicazioni vocali e le dimensioni ridotte dello schermo non li rendono di certo adatti ad un uso di questo tipo.

ALTRE RISORSE

http://www.gpsvisualizer.com/ (in maniera simile a GpsBabel, converte il formato dei file con cui sono espresse le informazioni riguardanti tracce, rotte, etc. adattando a quello usato da alcuni dei programmi più diffusi).
http://www.sibillini.net/IL_PARCO/gps/ da questa pagina ufficiale dell’Ente Parco è possibile scaricare i percorsi del Grande Anello dei Sibillini preparati nel formato di OziExplorer.

PER CONCLUDERE

Le potenzialità offerte dalla tecnologia GPS mi hanno da subito affascinato ed in questo articolo ho cercato solamente di introdurne gli aspetti principali e gli esempi che ritenevo più indicati per un loro uso immediato, tutti basati sulla mia esperienza diretta; mi scuso per gli inevitabili errori o inesattezze e chi intende approfondire non deve far altro che cercare nella più grande biblioteca del sapere che esiste oggi, il Web, per avere delle informazioni molto più complete di quelle sinora date.
Un’ultima raccomandazione però è doverosa farla: non affidatevi mai esclusivamente a questi dispositivi nel compiere un’escursione, essi sono da intendere come un mezzo più comodo e preciso per ricavare informazioni sul nostro percorso ma il contesto di applicazione a volte pone loro dei limiti e per questo non garantiranno mai la sicurezza che deriva dall’avere con noi mappa e bussola. In caso di temporale inoltre, al pari di tutti i dispositivi elettronici, ricordatevi di spegnerli immediatamente.

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